TARANTA PELIGNA (CH): mattina del 3, “#Panicelle di #SanBiagio”
Dalla sera del 31 gennaio, presso la sede della confraternita di San Biagio, i confrati, assistiti dai devoti, iniziano ad ammassare la pasta per i panini sacri chiamati “panicelle”, utilizzando la farina ricavata dalla questua pubblica.
Saranno le donne, però, a confezionarli con la forma tipica delle quattro dita unite come una mano benedicente ed a contrassegnarle con il marchio riproducente la figura del santo protettore.
La mattina del giorno 3, le “panicelle” vengono portate alla funzione liturgica e benedette dal parroco per essere, poi, distribuite tra i fedeli che le faranno consumare soprattutto ai bambini, per preservarli dal mal di gola, specialità taumaturgica di San Biagio.
BUSSI (PE): mattina del 3 “#Tarallo” di San Biagio
Sin dalle prime ore del mattino un banditore annuncia per le strade del paese la celebrazione liturgica in onore di San Biagio, patrono del paese.
Dopo la funzione, verrà messa all’asta una enorme ciambella, realizzata in onore al santo e tutta la popolazione partecipa con la sua offerta. Il denaro ricavato sarà utilizzato per organizzare i festeggiamenti.
CASTIGLIONE A CASAURIA(PE): 3 e 4 Festa San Biagio e San’Emidio
Pellegrini e paesani, sin dalle prime ore si recano presso la chiesa parrocchiale per venerare San Biagio protettore della gola. Finita la messa, il sacerdote effettua una particolare pratica rituale, incrociando due candele benedette il giorno precedente (“#candelora”) sulla gola di ogni fedele (soprattutto bambini) e successivamente la unge con l’olio benedetto.
All’esterno, sulla piazza antistante, per entrambe le giornate, bancarelle attrezzate allo scopo, vendono la ciambella devozionale tipica di San Biagio, proseguendo con una sagra degustativa del rinomato “moscatello” elaborato da esclusivo e rinomato vitigno locale.
CASTELVECCHIO SUBEQUO (AQ): mattina del 5, Festa di Sant’Agata
Sin dal primo mattino, le donne, di ogni età, si recano alla piccola chiesetta di Sant’Agata, posta fuori del paese. Dopo aver partecipato alla Messa, vanno a bere e ad attingere l’acqua che sgorga dalla vicina fonte, poichè ritenuta taumaturgica.
Aiuterebbe a favorire la montata lattea alle puerpere ed a prevenire l’insorgere delle temute affezioni dell’apparato riproduttivo femminile. Prima di tornare a casa, acquistano alcuni pani a forma di due mammelle accoppiate chiamate “pagnotte” di Sant’Agata”, che verranno consumate, per devozione da tutta la famiglia.
CORROPOLI (TE): mattina del 10, Festa di #SantaScolastica
Pellegrinaggio alla chiesetta campestre di Santa Scolastica effettuato soprattutto da donne gravide e madri con bambini.
Nei pressi della chiesetta sgorga acqua sorgiva, che le donne bevono per propiziare il buon esito del parto ed un’abbondante montata lattea.
Presso le bancarelle del luogo, sono in vendita ciambelle e dolci rituali dalla forma circolare guarniti da simboliche uova di glassa bianca, chiamati “funghetti”, che le donne comprano a scopo devozionale.
In quest’occasione, pescivendoli ambulanti provenienti dalla vicina Tortoreto, friggono pesce minuto e che tutti consumano a processione conclusa.
PALMOLI (CH): pomeriggio del 14, “#SanValentino martire”
Le antiche consuetudini rituali un tempo proprie di questa festa, purtroppo, sono state annullate dalla chiesa nei primi anni del secolo; rimane, comunque, il carattere propiziatorio legato alla benedizione dei fanciulli ed all’addobbo con fronde di alloro intorno all’urna che conserva il “Corpo Santo” del martire cristiano “Valentino”, venerato nel santuario della Madonna del Carmine.
CASTIGLIONE MESSER MARINO (CH): sabato o domenica precedente il martedì grasso, sfilata della “Masckra” di Carnevale
Fino a pochi anni fa, simili sfilate venivano effettuate per gran parte dell’alto vastese.
Ogni quartiere e contrada del paese organizza gruppi mascherati per partecipare alla sfilata del Carnevale, che si svolge per tutta la giornata.
Il corteo della “Maskra”, così chiamata, viene guidata da alcuni “Pulgenelle” riconoscibili per le sonagliere portate addosso ma soprattutto per un alto copricapo conico “cimiero” decorato da nastri multicolori chiamati “zacarelle”, evidente espressione di un’antica simbologia legata alla ritualità agraria.
Armati di frusta, allontanano il pubblico invadente, dispongono la formazione della sfilata e ne stabiliscono le soste, necessarie sia per ristorarsi con quanto offerto dai paesani come le “sagne a la cuttòure” tipiche del luogo che, per recitare le “scenette” dei vari gruppi mascherati, consistenti in rappresentazioni comico-satiriche di vario genere.
SCHIAVI D’ABRUZZO (CH): sabato o domenica precedente il martedì di Carnevale, corteo dei “Mazzaroni” (“Mazzaroùne”)
Questi personaggi indossano anche loro un vistoso cimiero ornato da fiori e nastri di carta colorata “zacarelle”, guidati dal Pulgenelle armato di mazza “sagliocca” e di trombetta portano il Carnevale per tutte le contrade del paese ballando la “spallata”, una forma di “saltarella scambiata” a più coppie affrontate, caratteristica del luogo.
Ogni frazione li accoglie offrendo loro vino e cibarie.
PETTORANO SUL GIZIO (AQ): pomeriggio del martedì grasso, “Testamento di #Carnevale”
Manifestazione effettuata a periodicità non fissa; dipende dalle risorse “umane”.
Nelle ore pomeridiane il personaggio del Carnevale, a dorso di un asino gira per le strade del paese recitando il suo testamento, sconfessando i notabili e le autorità del paese e sparlando di vizi e misfatti pubblici e privati in chiave umoristica e satirica.
in foto:
1: di G. Jammarrone_ panicelle di San Biagio
2: di T. Piccone_ panicelle di San Biagio
3-6: di Adriana Gandolfi_ sfilata della “Masckra” di Carnevale a Castiglione Messer Marino
7: di Daniela Di Bartolo _ festa di Sant’Agata a Castelvecchio Subequo