C’è un’interiorità profonda e persistente nella passione che Luisa Magliani ha per la sua arte e per le tradizioni popolari abruzzesi. Ed è proprio da questo insieme che prende forma “Dall’occhio all’anima” la mostra fotografica che per due giorni, l’11 e il 12 maggio, sarà ospitata nelle sale del Museo delle Genti d’Abruzzo a Pescara.
Un viaggio in bianco e nero nella storia e nel presente di un evento che rappresenta la capacità delle persone di costruire una comunità intorno ad elementi e simboli comuni.
“Quando ho pensato di voler realizzare questa mostra – spiega Magliani – il mio scopo era quello di voler condividere quella che per me è stata la scoperta o riscoperta di valori in parte perduti. La festa delle “Farchie di Sant’Antonio” di Fara Filiorum Petri è un evento a cui ci si prepara tutto l’anno. Sono entrata nelle varie Contrade in punta di piedi, chiedendo con gentilezza di poter assistere ai momenti più significativi della creazione della farchia, Il mio scopo iniziale era quello di realizzare quanti più scatti possibili per completare un lavoro che avrei poi archiviato una volta finita la festa. Con il passare del tempo però ho capito che forse quel lavoro non lo avrei mai terminato poiché, dietro a quello che può sembrare un rito o una rievocazione, esiste una comunità che si anima dal profondo e che mi ha fatto sentire ogni volta sempre di più parte di essa. Così la mia fotografia, inizialmente documentativa, in poco tempo si è spostata dalla farchia ai farchiaioli e ai loro occhi che ogni anno continuano a regalarmi emozioni sempre nuove che cerco di cogliere attraverso i miei scatti“.
Perché dall’occhio all’anima? “Tutto nasce dal fatto che la farchia è costituita da una parte interna (a sua volta una piccola farchia) detta appunto “anima” a cui viene effettuato il “rinfascio”, cioè l’aggiunta di tutte le canne attorno che andranno via via aumentandone il diametro. Una parte di me ha voluto ispirarsi a questo simbolo cercando di entrare, attraverso il mio occhio, nell’anima delle persone, di cogliere emozioni, vibrazioni, commozione, perché spesso, dietro canti e balli, si celano gioie e dolori nei loro volti“.
La mostra sarà inaugurata sabato 11 maggio alle 18,30.