“COCCI: LA MIA RACCOLTA”
frammenti di emozioni, azzardi di colore e poesia
LORENA ULPIANI AL MUSEO DELLE GENTI D’ABRUZZO
“Cercami… dove la forma materializza il vuoto. Dove la mente non può osare. Nelle verità delle galassie, nei rossi e nei gialli dei meteoriti che sfiorano le paure. Nei bianchi della notte, nel gelo degli azzurri, nel misticismo dei viola che non conoscono dolore. Dove il nero lascia orme casuali nel nulla della trasparenza. E le particelle tornano sogno, restituendoti alla realtà della materia”.
E’ un invito all’intuizione, alla forza dell’emozione quello che Lorena Ulpiani, pittrice, giornalista e poeta, rivolge al pubblico dello Spazio arte del Museo delle Genti d’Abruzzo, dal 2 al 17 luglio, con la mostra “Cocci: la mia raccolta”, curata dal collezionista Pierluigi Gentilini.
Un percorso tra pittura, poesia e vita che dal quotidiano trae forza per avventurarsi in dimensioni che sfuggono alla razionalità, sfiorando l’essenza. A dieci anni dalla prima mostra, l’autrice conduce il visitatore in quel non luogo che le è proprio.
Oltre 30 lavori nei quali perdersi e ritrovarsi, specchiarsi, infrangendosi su rive primordiali anticipatrici di futuro. Sono olii, disegni e qualche affresco che pur radicandosi nell’astrattismo europeo del ‘900, si connettono più o meno timidamente a cromie latine, a gestualità statunitensi, fino a spazialità asiatiche. Contaminazioni maturate in corrispondenze e laboratori con maestri da Seul a Città del Messico.
Le emozioni che vibrano nelle sue opere vanno dal silenzio del Grande Nord (Quebec), dove la pittrice ha lavorato per il popolo nativo dei Cree, a quello del Tibet, alla drammaticità caotica della New York del “Ground Zero”: opposti che si confrontano in “frammenti di emozioni”, non a caso sottotitolo all’esposizione.
Profondità che recano echi di grandi amori come le locomotive a vapore, il jazz e la fisica quantistica. “L’incertezza in cui siamo immersi, la nostra precarietà, sospesa sull’abisso dell’immensità di ciò che non sappiamo, non rende la vita insensata: la rende preziosa – sottolinea la pittrice, usando le parole di Carlo Rovelli (da La realtà non è come ci appare, ndr) – C’è un momento in cui, ciascuno raccoglie i propri “cocci”: sono trasformazioni, sono crepe dalle quali entra la luce, citando Leonard Cohen; o possono essere la bellezza della tecnica Kintsugi”.
“Cocci, non è un’antologica – aggiunge il curatore, Pierluigi Gentilini, scherzando sul titolo, volutamente ironico – la mostra è un viaggio emozionale nei passaggi che hanno inciso i nervi del vivere, anche sociale, diventato colore e parola”.
Sono parte del progetto anche due installazioni e una serie di “appunti” su piccole tavolette.
Lorena Ulpiani: la biografia
Lorena Ulpiani nasce a Montefiore dell’Aso (Ap) il 9 agosto 1959; cresciuta in un paese della costa marchigiana, a Cupramarittima, negli anni ’80 si trasferisce a Padova, dove risiede tuttora (Albignasego). Figlia di una pittrice, studia lettere con indirizzo artistico, laureandosi all’Università di Verona. Giornalista professionista, lavora come cronista per oltre 20 anni ma non abbandona mai i colori.
Amante di locomotive a vapore, pubblica testi storici e si appassiona a itinerari fuori dai circuiti turistici, dai Paesi dell’Est, alla Grecia dell’entroterra, a certa lunarità del Portogallo.
Il suo interesse per i diritti umani, negli anni ’90, la porta a lavorare per i Cree, autoctoni del Nord del Quebec: poche perline e molta finanza. Affascinata dal linguaggio geometrico, nei loro villaggi e sulle loro terre, approfondisce gli aspetti legati al colore. Così come li studia in tanta arte sacra, dall’Europa alla Cina, al Tibet, cercando quella luce che è pace, meditazione, immersione in una dimensione oltre il visibile.
La pittura resta un dialogo con se stessa fino al 2012, anno della prima personale nella Sala del Caminetto al Miramonti Majestic Grand Hotel di Cortina (Bl), la stessa nella quale è stato girato nel 1963 “The Pink Panther” con Peter Sellers nei panni del mitico ispettore.
Da allora ha esposto, con personali o in collettiva, da Roma a New York, da Verona a Barcellona, a Vienna, da Vicenza a Mantova, a Parigi, a Mosca. Con un’attenzione speciale a Padova e alle Marche, regione d’origine, ad Ascoli Piceno e Ancona.
Attratta dalla fisica quantistica, nel 2013 inizia un lavoro su colore e materia che due anni dopo sfocia nella fondazione del gruppo di ricerca “99Quanti”. Nel 2016 un infarto la costringe a un periodo di riposo: pubblica la prima raccolta di poesie e nella pittura si affaccia il segno. Dal 2018 riprende a viaggiare: la sperimentazione sugli olii la spinge in Messico e nel Nord Europa. Pittura come metamorfosi continua, opere generate da contrappunti emozionali. Importante in questa fase lo studio condotto sulla pittura di Carla Prina (1911 – 2008), Astrattisti Comaschi, alla quale ha dedicato un dialogo astratto nella personale del 2019. C’è un filo unisce il geometrico di ieri, rigoroso solo in apparenza, al dissolversi delle forme. Percorso nel quale trovano forza anche la pratica dell’affresco e l’amore per i segreti alchemici della pittura.
Sue opere si trovano in collezioni private e pubbliche, in Italia e all’estero.
“COCCI: LA MIA RACCOLTA”
frammenti di emozioni, azzardi di colore e poesia
LORENA ULPIANI AL MUSEO DELLE GENTI D’ABRUZZO
Dal 2 al 17 luglio, in mostra una trentina di opere e due installazioni
Inaugurazione sabato 2 luglio, dalle 19.30 – presente la pittrice
a cura di Pierluigi Gentilini
Spazio arte, via delle Caserme 24 – PESCARA
apertura: dal martedì al venerdì dalle 10 alle 14; sabato dalle 18 alle 21